• Gio. Nov 21st, 2024

Caso Feste Diddy: Tommy Mottola E’ Complice?

Tommy Mottola sarebbe coinvolto nello scandalo di Diddy. Le accuse contro il famoso CEO di Sony e i legami con le dichiarazioni di Michael Jackson ora tornano alla ribalta. Ecco che cosa è successo!

 

Sempre più figure di spicco del mondo della musica e dello spettacolo sono coinvolte nello scandalo di Sean “Diddy” Combs. L’arresto del famoso rapper da parte delle autorità federali degli Stati Uniti, con accuse di abuso sessuale, traffico, estorsione e prostituzione, continua a sconvolgere l’industria dell’intrattenimento. L’ultimo nome a emergere in questa vicenda è quello di Tommy Mottola.

Mottola, CEO di Sony Music Entertainment e marito della celebre cantante messicana Thalía, si trova ora al centro di questa tempesta. Si vocifera che avrebbe finanziato le stravaganti feste che “Diddy” organizzava nelle sue due ville, dove sono stati trovati grandi quantità di olio per bambini, lubrificanti, armi modificate e droghe.

A quanto pare, lo stesso Diddy, oggi 54enne, avrebbe ammesso in passato che Mottola finanziava questi eventi, durante i quali sarebbero stati commessi i crimini di cui è ora accusato. Mottola, consapevole della rabbia che si sarebbe scatenata online, ha deciso di disattivare i commenti sui suoi profili social per evitare il fiume di critiche.

Non si è fermato qui: ha cancellato le foto con Diddy e smesso di seguirlo sui social. Finora nessuno si è pronunciato. Il silenzio è assordante, poiché nessuno vuole rischiare di essere collegato alle atrocità che Combs avrebbe commesso.

Con il tempo, sempre più prove e testimonianze iniziano ad affiorare, facendo luce su vecchie dichiarazioni di grandi celebrità. Una di queste è quella del “Re del Pop”, Michael Jackson, che intraprese una battaglia contro Mottola durante la produzione del suo ultimo album Invincible.

Il portale Europa FM ha spiegato che Michael aveva già manifestato la sua intenzione di rompere con la Sony prima della scadenza del contratto, per recuperare i diritti sulle sue canzoni. È proprio in questo contesto che le parole di Jackson, pronunciate nel giugno 2002, assumono oggi un nuovo significato: “Sto lasciando Sony, sono un agente libero. Mi stanno distruggendo l’album per vendetta, ma l’arte buona non muore mai. Tommy Mottola è il diavolo.”

Jackson non si fermò lì e lo accusò di essere “malvagio, razzista e profondamente diabolico”. A difesa di Mottola, intervenne Thalía: “Mio marito ha sposato una donna messicana, quindi non vedo il razzismo. Ha promosso il boom latino negli Stati Uniti, sostenendo artisti come Gloria Estefan e Julio Iglesias.” Ma oggi, si schiererà ancora dalla sua parte?