Alessia Pifferi in carcere ha deciso di fare un gesto estremo, allertando le forze dell’ordine. Ecco che cosa ha fatto!
Alessia Pifferi, 39 anni, ha iniziato uno sciopero della fame nel carcere milanese di San Vittore. La donna è stata condannata all’ergastolo per l’omicidio volontario pluriaggravato della figlia Diana, di 18 mesi. La bambina è stata lasciata sola in casa per una settimana nel luglio 2022 ed è morta di stenti. Pifferi ha dichiarato di non avere più voglia di vivere, aggiungendo che il suo desiderio è spegnersi per raggiungere la figlia.
La scorsa settimana, dopo essere tornata in carcere in seguito alla sentenza, Pifferi ha accusato un malore. Il suo legale, Alessia Pontenani, ha spiegato che la sua assistita “non è lucidissima” e ha manifestato intenzioni di lasciarsi morire. Dopo l’udienza, l’avvocata ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso in appello, chiedendo una nuova perizia psichiatrica. La difesa ha sempre sostenuto che Pifferi soffra di un grave deficit cognitivo, fin dall’inizio del processo.
La donna era stata già sottoposta a una perizia psichiatrica, a seguito di un caso di presunta manipolazione da parte dell’avvocato Pontenani e delle specialiste del carcere. Questo caso ha portato all’apertura di un fascicolo parallelo. Tuttavia, l’ultima perizia, eseguita da Elvezio Pirfo, ha concluso che Pifferi è capace di intendere e volere, senza alcun deficit mentale.
La situazione di Alessia Pifferi nel carcere continua a destare preoccupazioni. Il suo stato psicologico e la decisione di iniziare uno sciopero della fame sollevano interrogativi sulla sua salute mentale e sulle condizioni di detenzione. La richiesta di una nuova perizia psichiatrica da parte della difesa evidenzia la necessità di ulteriori approfondimenti.
Cosa ne pensate? A voi i commenti!