In alcuni Paesi, esiste la possibilità di sviluppare intossicazioni alimentari con molta più frequenza rispetto all’Italia. Ecco, quindi, come comportarsi all’estero, quali regole rispettare e quali comportamenti assumere in caso di intossicazione alimentare.
La pericolosità delle intossicazioni alimentari
Quando si parla di intossicazione alimentare si fa riferimento ad una condizione medica che può causare gravi danni all’organismo umano che la contrae.
Questa si manifesta quando alcuni batteri come Escherichia Coli o Salmonella riescono ad introdursi nell’organismo umano, innescando patologie e malessere in grado di debilitare la persona.
L’intossicazione alimentare può avvenire laddove un alimento sia scaduto, non sia stato conservato secondo le giuste procedure e norme igieniche o nel caso in cui non sia stato lavato o cotto in maniera adeguata.
Solitamente è molto facile capire quanto si contrae questa patologia, in quanto subentrano sintomi come crampi addominali, febbre, diarrea vomito e nausea. Ovviamente avere questi sintomi non vuol dire soffrire di intossicazione alimentare, in quanto gli stessi possono essere associati a molte altre condizioni.
Molto pericolosa è la cosiddetta gastroenterite del viaggiatore, che comporta dissenteria e diarrea per molti giorni. Questa malattia si contrae durante i viaggi ed è accompagnata da dolori generalizzati, crampi e in alcuni casi anche febbre.
Quali sono i cibi che possono causare l’intossicazione alimentare?
Uno degli elementi che può favorire lo sviluppo dell’intossicazione alimentare è il caldo, in quanto è proprio durante l’estate che alcuni batteri riescono a riprodursi con più efficacia.
Gli agenti patogeni in grado di favorire l’intossicazione alimentare possono derivare dall’animale infetto o dall’acqua che può venire a sua volta contaminata da feci o uova malate.
Tra i cibi più pericolosi la carne, le uova, i frutti di mare, le ostriche e tutti i prodotti che non vengono sottoposti a cottura adeguata. Spesso questo processo elimina gran parte degli agenti patogeni. Un altro metodo per abbattere il rischio è quello di lavarsi le mani e non contaminare i cibi fra di loro.
Come comportarsi all’estero e quali cibi è meglio non ingerire?
Quando si viaggia, il pericolo di intossicazione alimentare è sempre dietro l’angolo, in quanto non si può pretendere un alto livello di igiene in ogni Paese, soprattutto in quelli più poveri.
In molti Paesi africani, per esempio, è letteralmente vietato bere l’acqua del rubinetto, in quanto sono presenti dei batteri che potrebbero provocare gravi danni al condotto gastrointestinale.
Si raccomanda quindi la consumazione di bibite e acqua imbottigliate, latte pastorizzato e prodotti cotti.
È inoltre vietato consumare dolci, gelati e cibi sfusi soprattutto se venduti da ambulanti, in quanto questi non sempre vengono conservati nella maniera più indicata.
È invece consentito consumare tutti quei prodotti che possono essere cotti o sbucciati con le proprie mani, il caffè, la birra e quasi tutte le bevande presenti in commercio. Nel caso in cui si manifestassero i sintomi della malattia è bene tenere sotto controllo la situazione e rivolgersi ad un medico qualora questa risultasse ingestibile ed estremamente dolorosa.
Avete mai provato il dolore legato all’intossicazione alimentare? Eravate a conoscenza dei pericoli legati al viaggio? A voi i commenti!