Molti imprenditori ultimamente stanno facendo fatica a trovare lavoratori disposti a dare il proprio servizio. Ma qual è il vero bandolo della questione? Cerchiamo di analizzare la situazione in profondità!
Assenza di personale da reclutare: perché le aziende sono in crisi?
Secondo le ultime analisi, sono sempre meno i giovani che accettano un incarico lavorativo. A questo proposito ha deciso di esprimersi il Ministro Garavaglia, dichiarando come solo l’ambito del turismo presenti moltissimi posti vacanti nonostante sia in atto una piccola ripresa economica.
Le richieste in questo settore abbondano ma le candidature, invece, risultano essere in perenne calo. Questo non riguarderebbe solamente gli impieghi fissi ma anche i lavori stagionali, quelli che risultano essere i più colpiti da questo fenomeno.
Si corre quindi il rischio di non approfittare di questa opportunità economica poiché l’industria si sta riprendendo, ma i lavoratori scarseggiano. Ma qual è il vero motivo per cui molti annunci di lavoro non ricevono delle valide candidature o vengono preventivamente scartati? È possibile trovare una soluzione che non vada a testimoniare come unico responsabile di questo il reddito di cittadinanza e la poca volontà di lavorare da parte dei giovani?
Perché i giovani scartano le varie proposte lavorative?
In molti casi è emerso come i giovani siano poco propensi al lavoro, poiché spesso accusati di privilegiare il reddito di cittadinanza o di farsi mantenere dalla famiglia di base.
Purtroppo questo fenomeno non colpisce solo l’Italia ma tutto il mondo, tanto che varie stime hanno riportato che molti posti di lavoro rimangono tuttora vacanti. La situazione si è rivelata estremamente drammatica in Spagna, dove i lavoratori hanno dimostrato di non accettare gli incarichi poiché le condizioni del contratto sono a dir poco inaccettabili.
Si parla infatti di un salario estremamente ridotto che verrebbe corrisposto solo soddisfacendo turni estenuanti, malpagati e spesso senza possibilità di crescita.
Uno dei settori in costante crisi è appunto quello alberghiero, poiché è stata notata una grande mancanza di camerieri e cuochi disposti ad offrire il proprio lavoro.
Alcuni politici hanno addirittura supposto che il lavoro scarseggi a seguito della concessione della Naspi, ovvero l’indennità di disoccupazione che viene concessa in alcuni casi specifici.
Questa ha sicuramente una durata superiore rispetto al passato, poiché viene corrisposta per la metà delle settimane lavorate negli ultimi quattro anni.
Anche la pandemia ha fatto peggiorare le condizioni dei lavoratori, in quanto molte persone hanno perso il proprio posto di lavoro per il fallimento dell’azienda. Tutti questi individui sono più propensi a cercare delle soluzioni durature e non lavori stagionali che durano solo da maggio a settembre.
Il vero motivo per cui scarseggiano tante figure sarebbe proprio legato alla tipologia di contratto formulato dall’imprenditore. Molto spesso, infatti, i lavori occasionali o stagionali non consentono di mantenere una famiglia ed è quindi facilmente presumibile che i lavoratori siano spinti a cercare un lavoro meno precario.
È quindi inutile continuare a dare la colpa di questo al reddito di cittadinanza e alla Naspi: è necessario, piuttosto, rivedere le condizioni contrattuali e il salario che viene elargito a chi accetta l’incarico lavorativo.
Il Governo sta quindi tentando di promuovere la ricerca di occupazione attraverso delle misure che vadano a incentivare il lavoro delle persone. Forse, in questo modo, il livello di occupazione potrebbe tornare a salire, annientando le difficoltà nel settore alberghiero.
Manca davvero la voglia di lavorare e di mettersi in gioco oppure le condizioni offerte dal mondo del lavoro non permettono di vivere un’esistenza dignitosa? A voi i commenti!