• Mar. Apr 1st, 2025

Dietro il caso Stasi c’è una famiglia segnata dal dolore e dalla lotta per la verità. Ma chi sono davvero i genitori di Alberto?

 

Dietro ogni nome che finisce sulle prime pagine, ci sono famiglie, dolori sommersi e vite che cambiano per sempre. Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, è stato protagonista di uno dei casi giudiziari più controversi e discussi in Italia. Ma chi erano e chi sono le persone che hanno vissuto questo dramma al suo fianco? I suoi genitori, Elisabetta Ligabò e Nicola Stasi, sono rimasti per anni figure silenziose e riservate, pur essendo travolti dalla tempesta mediatica.

Elisabetta Ligabò, la madre di Alberto, è originaria di Milano. Donna tenace e riservata, ha sempre mostrato un profondo senso di protezione verso il figlio. Da quando il nome di Alberto è stato associato all’omicidio di Chiara, lei non ha mai vacillato nel difenderlo, ritenendolo innocente. La sua voce, spesso inascoltata o sovrastata dal clamore, ha continuato a chiedere che la verità completa venisse finalmente alla luce.

Più discreto ma altrettanto presente nella vita del figlio è stato Nicola Stasi, il padre. Meccanico e imprenditore originario della Puglia, Nicola si era trasferito a Garlasco per costruire una vita familiare serena. Durante tutto il procedimento giudiziario, ha fatto sentire la sua presenza a fianco di Alberto, rifiutando l’idea che potesse essere colpevole. La sua morte, avvenuta nel 2013 dopo una malattia, è stata un ulteriore colpo per la famiglia.

La storia della famiglia Stasi si intreccia in modo doloroso con il destino della famiglia Poggi. Mentre i genitori di Chiara hanno sempre creduto nella colpevolezza di Alberto, dall’altra parte c’era una madre che chiedeva giustizia anche per un figlio che, a suo dire, è stato condannato senza prove certe. Le due famiglie, divise da un tragico evento, hanno vissuto questi anni tra tribunali, sentenze e un’eterna ricerca di risposte.

Oggi, la figura di Alberto Stasi resta quella di un condannato, ma anche di un uomo al centro di dubbi, sospetti e polemiche. I suoi genitori, con due percorsi diversi ma uniti dalla stessa lotta, sono diventati simbolo di un dolore che non si cancella.

E tu cosa ne pensi? È possibile continuare a cercare la verità anche dopo una condanna definitiva? Raccontacelo nei commenti.