Francesca Pascale accusa la ministra Daniela Santanchè di averle regalato borse Hermès false. La ministra nega tutto e minaccia querele. Ecco che cosa è successo!
Una vicenda che unisce lusso, politica e accuse incrociate. Francesca Pascale, ex compagna di Silvio Berlusconi, ha rivelato di aver ricevuto in regalo dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, due borse Hermès di grande valore che, però, si sarebbero rivelate false. Il caso è esploso sui media, scatenando polemiche e reazioni immediate.
I fatti risalirebbero al 2014, quando Santanchè avrebbe donato a Pascale due iconici modelli Hermès: una Birkin e una Kelly, per un valore stimato di circa 18mila euro. Un gesto che, secondo Pascale, sarebbe avvenuto in un periodo di tensione politica all’interno del centrodestra, quasi come un modo per ingraziarsi la fidanzata dell’allora leader di Forza Italia.
Tutto sembrava normale fino a quando, circa due anni fa, una delle borse si è rotta. Pascale ha quindi deciso di portarla presso la boutique Hermès di via Montenapoleone, a Milano, per farla riparare. Qui la scoperta: il personale del negozio le avrebbe comunicato che l’accessorio era contraffatto o, quantomeno, privo del codice identificativo che ne attesta l’autenticità.
Sbigottita dalla rivelazione, Pascale ha raccontato il momento dell’imbarazzo: il commesso, accortosi della situazione, inizialmente le avrebbe chiesto di consegnare la borsa, trattandosi di merce contraffatta. Poi, ripensandoci, l’avrebbe lasciata portare via. Pascale, a quel punto, avrebbe cercato spiegazioni direttamente da Santanchè, ma senza successo.
“Ma scusa, mi regali delle borse false e non me lo dici? A me va bene tutto, ma almeno non farmi fare brutte figure!”, avrebbe detto alla ministra. Tuttavia, Santanchè non avrebbe mai risposto, lasciando l’ex compagna di Berlusconi senza spiegazioni.
Oggi quella borsa non è più un accessorio di moda, ma un oggetto di uso quotidiano per Pascale: “La uso per mettere le cose dei cagnolini”, ha ironizzato.
Di fronte all’esplosione mediatica della vicenda, la ministra Santanchè ha smentito categoricamente tutto, definendo la storia una montatura: “L’unico falso è la notizia. E ne risponderanno in tribunale”.
Non sono arrivate altre dichiarazioni ufficiali da parte sua, ma il caso si è ulteriormente complicato quando alcuni giornalisti hanno riferito di aver individuato un presunto venditore di prodotti contraffatti che avrebbe fornito le borse alla ministra. Secondo alcune testimonianze anonime, infatti, Santanchè sarebbe nota per i suoi acquisti di beni di lusso non originali nelle località esclusive della Versilia.
Un aspetto ancora poco chiaro è se le borse fossero effettivamente contraffatte o semplicemente prive del codice identificativo ufficiale. Esistono, infatti, casi in cui le aziende produttrici di alta moda realizzano più pezzi del necessario e alcuni di questi, privi di seriale, finiscono nel mercato parallelo. Sono indistinguibili dagli originali, ma non ufficialmente riconosciuti dal marchio.
La vicenda potrebbe avere anche risvolti giudiziari? A livello legale, non sembrano esserci rischi immediati per Santanchè. L’eventuale reato di ricettazione sarebbe ormai prescritto e lo stesso vale per la sanzione prevista per l’acquisto consapevole di prodotti contraffatti. Tuttavia, resta un punto aperto: Pascale ha raccontato di aver informato la ministra sulla falsità delle borse. Se così fosse, Santanchè, in quanto membro del governo e quindi pubblico ufficiale, avrebbe avuto l’obbligo di denunciare il fatto.
Per ora, la questione resta aperta e il caso continua ad alimentare polemiche. La ministra riuscirà a smontare le accuse o emergeranno nuovi dettagli compromettenti?
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