Per quale motivo ultimamente si sta facendo sempre più fatica a trovare nelle pescherie o nei supermercati pesce fresco? Tutto questo ha a che fare con la crisi in Europa? Ecco le vere motivazioni!
Crisi in Europa: la penuria di generi alimentari
In seguito all’avvento della guerra tra Russia e l’Ucraina, l’inflazione si è abbattuta come un fulmine a ciel sereno su diversi aspetti della vita quotidiana.
Basti pensare al rincaro delle bollette, all’aumento dei prezzi relativo al carburante, ma anche ai prodotti di necessità quotidiana.
Parliamo di pane, pasta, formaggi e pesce che, giorno dopo giorno, arrivano nei supermercati italiani in quantità inferiori ma a prezzi addirittura triplicati. Quando puoi parliamo di pesce fresco la situazione peggiora drasticamente, in quanto i commercianti italiani sono costretti a rivolgersi ai Paesi stranieri per sopperire alle mancanze di questo bene.
I costi sono così alti da gestire che la marineria italiana non può partire e i commercianti devono rivolgersi ad altri fornitori.
Ovviamente questo non danneggia solo le tasche dei consumatori ma anche quelle dei commercianti stessi, che devono fronteggiare un rincaro mai visto prima. I costi per sostenere una battuta di pesca sono diventati troppo elevati e si finisce per richiedere l’aiuto dei Paesi confinanti.
Questi però, richiedono prezzi molto alti per offrire beni di qualità non sempre valida. È quasi impossibile trovare sui banchi pesce fresco di ottima qualità e, soprattutto, ad un costo non troppo elevato.
La protesta dei pescatori al rincaro del carburante
Questa situazione è ormai giunta al limite, non solo per quanto riguarda il consumatore che non può più consumare il suo piatto preferito, ma anche per chi fa questo lavoro per vivere.
Proprio per questo motivo, diversi pescatori hanno deciso di attuare una protesta nella maggior parte dei porti italiani. Questi hanno bloccato diverse imbarcazioni, soprattutto quelle che trasportano carichi di pesce proveniente dai paesi esteri.
L’impossibilità di recarsi ad effettuare una battuta di pesca sarebbe legata all’aumento spropositato del costo del carburante. I pescatori, quindi, reclamano un aiuto diretto da parte del Governo. Questo perché, a differenza di molti altri lavoratori, non possono scaricare le tasse sul carburante ottenendo un rimborso per le stesse.
È stato poi ribadito il fatto di non voler esigere ulteriori agevolazioni o sconti, ma solamente dei benefici per quanto riguarda il costo del gasolio. Attualmente i pescatori devono sostenere una spesa superiore all’euro per ogni litro di carburante. Uscire in mare per un’unica pescata può significare spendere più di 3,000 litri di benzina al giorno, comportando spese assurde.
Il portavoce dell’Associazione dei Pescatori, Apollinare Lazzari, ha quindi fatto leva affinché il Governo possa prendere dei provvedimenti per offrire il suo supporto ai lavoratori del mare. In questo modo, tutti potranno riprendere il proprio lavoro e i consumatori riusciranno a gustare i propri piatti preferiti senza subire un salasso ad ogni acquisto.
Qual è il vostro pensiero in merito all’aumento sconsiderato dei prezzi? È giusto intervenire per supportare i pescatori? A voi i commenti!