Louis Dassilva, unico sospettato dell’omicidio Paganelli, apre una raccolta fondi. Ecco che cosa è successo!
Nuovo capitolo nel misterioso omicidio di Pierina Paganelli, la donna di 78 anni trovata senza vita nel garage della sua abitazione, uccisa con 29 coltellate. L’unico sospettato, Louis Dassilva, ha tentato di avviare una raccolta fondi per sostenere le ingenti spese legali della sua difesa, ma la campagna è stata rapidamente rimossa dalla piattaforma GoFundMe. Il gesto ha suscitato molte domande e polemiche, alimentando ulteriormente il dibattito sul caso.
La raccolta fondi è stata aperta dal commercialista Emanuele Zangoli su richiesta dello stesso Dassilva. L’obiettivo dichiarato era ambizioso: raccogliere 150.000 euro per coprire le spese legali necessarie ad affrontare un processo complesso e articolato. La pagina, però, è rimasta online solo per poche ore prima di essere rimossa senza spiegazioni ufficiali.
I legali di Dassilva hanno subito preso le distanze dall’iniziativa, chiarendo di non essere coinvolti nella decisione e che si è trattato di un’azione autonoma del loro assistito. Tuttavia, il motivo della chiusura della raccolta resta avvolto nel mistero: è stata una decisione spontanea, un intervento della piattaforma o qualcuno ha segnalato la campagna?
Secondo quanto riportato nella descrizione della raccolta fondi, il sospettato dell’omicidio Paganelli avrebbe bisogno di una somma considerevole per poter garantire una difesa adeguata. Il testo parlava di un “processo molto complesso, che richiede l’analisi di una grande quantità di documenti, intercettazioni, filmati e file audio”, oltre al coinvolgimento di “consulenze tecniche altamente qualificate”.
Un altro aspetto evidenziato era la situazione economica di Dassilva, attualmente detenuto e quindi impossibilitato a lavorare. Nella descrizione si leggeva infatti che “dal 16 luglio 2024 Louis è in carcere e non può più svolgere la propria attività lavorativa né provvedere al mantenimento dei due figli, che vivono in Senegal e ai quali inviava regolarmente denaro”.
L’iniziativa ha sollevato opinioni contrastanti. C’è chi ritiene legittimo il tentativo di raccogliere fondi per una difesa adeguata, soprattutto in un caso che presenta ancora molte incognite. Altri, invece, vedono nella campagna un’azione inopportuna, considerando la gravità dell’accusa che pende su Dassilva.
Resta da vedere se la raccolta fondi potrà essere riproposta o se Dassilva cercherà altre strade per finanziare la sua difesa. Nel frattempo, l’attenzione sul caso Paganelli rimane alta, con nuovi dettagli che potrebbero emergere nei prossimi giorni.
La decisione di Dassilva di chiedere aiuto economico è stata giusta o sbagliata? Secondo te, è lecito aprire una raccolta fondi in un caso del genere? Dicci la tua nei commenti.