Tra tensioni e litigi nella maggioranza, Giorgia Meloni si consolida come leader, mentre Salvini e Tajani si danno contro. Ecco che cosa è accaduto!
Il dibattito sul canone Rai sembra più una scenetta da mercato che una seria discussione politica. Lega e Forza Italia, invece di affrontare realmente il tema, lo usano come pretesto per misurare la propria influenza all’interno della maggioranza. Da un lato, Matteo Salvini. Dall’altro, Antonio Tajani. E al centro? Giorgia Meloni, che sembra trarre vantaggio da questa battaglia interna.
Le tensioni tra i due principali alleati del governo appaiono più strategiche che sostanziali. Entrambi puntano a rafforzare la propria posizione, ma rischiano di sbagliare: se uno inciampa sui contenuti, l’altro lo fa sui metodi. La storia della politica italiana, però, insegna che queste schermaglie raramente finiscono bene per chi forza la mano.
Già Silvio Berlusconi aveva previsto difficoltà per il governo Meloni dopo le elezioni europee, ipotizzando che l’opposizione avrebbe ritrovato unità. E in effetti, dopo alcune sconfitte, il centrosinistra ha iniziato a riprendersi, vincendo in regioni chiave come Emilia Romagna e Umbria.
In Italia, i governi raramente superano i due anni prima di entrare in crisi. Nella Prima e Seconda Repubblica, erano i partiti minori a farli cadere. Oggi, invece, sono spesso i leader dei partiti principali, come Salvini o Renzi, a innescare le crisi. Tuttavia, chi ha azzardato troppo spesso ha pagato un prezzo alto, con carriere politiche bruscamente interrotte. Salvini stesso vide il suo piano fallire nel 2019, così come Renzi, che dopo aver provocato la crisi del secondo governo Conte, ha perso rilevanza politica.
Se qualcuno nella maggioranza volesse mettere in difficoltà Giorgia Meloni, dovrebbe considerare le conseguenze. Gli esempi di Bertinotti, Fini e Mastella sono ancora freschi nella memoria: chi scatena una crisi raramente ne esce indenne. In un momento storico complesso, segnato da tensioni globali e sfide economiche, mosse avventate non farebbero che rafforzare la premier, almeno nel breve termine.
Nel lungo periodo, però, la fragilità degli alleati potrebbe diventare un problema per Meloni. Le divisioni interne rischiano di riflettersi sulle urne, soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali, dove il centrodestra potrebbe subire sconfitte se non ritrova compattezza.
Le lotte di potere interne rafforzano davvero chi guida o mettono a rischio l’intero sistema? Lascia un commento per condividere la tua opinione!