Le tasse sui rifiuti aumentano in quasi tutta Italia, ma con grandi differenze tra Regioni e città. Ecco tutta la classifica!
La tassa sui rifiuti è un costo inevitabile per le famiglie italiane, ma non è uguale in tutta Italia. Il 2024 ha segnato un aumento medio del 2,6% rispetto all’anno precedente, portando la spesa media nazionale a 329 euro per famiglia. Tuttavia, tra Regioni e città, le differenze sono spesso enormi. Si va dai 183 euro di Trento, la città meno cara, ai 594 euro di Catania, la più costosa.
Secondo il rapporto dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, i calcoli si basano su una famiglia tipo di tre persone che vive in una casa di proprietà di 100 metri quadrati. Questi dati comprendono IVA e addizionali provinciali. Il report mostra che su 110 capoluoghi di provincia, 84 hanno registrato aumenti, mentre solo 20 hanno visto una riduzione.
Tra le Regioni, il Trentino-Alto Adige si conferma la più economica con una spesa media di 203 euro, nonostante un incremento del 3,6% rispetto all’anno scorso. Seguono Lombardia e Molise con 254 euro e le Marche con 265 euro. Queste aree mantengono costi bassi grazie a un’efficace gestione della raccolta differenziata, che spesso supera la media nazionale.
Sul fronte opposto, la Puglia si colloca come la Regione più cara con 426,50 euro di media per famiglia, seguita da Campania con 407 euro, Sicilia con 390 euro e Lazio con 376 euro. In queste Regioni meridionali, i costi più alti non corrispondono a una maggiore efficienza della differenziata, che rimane sotto la media nazionale.
Analizzando i capoluoghi di provincia, Catania domina la classifica delle città più care con una spesa annua di 594 euro. A seguire troviamo Pisa (512 euro), Genova (501 euro) e Napoli (482 euro). Nuovi ingressi nella lista delle città più costose includono Andria, Cagliari, Pistoia e Trapani, mentre Benevento, Latina, Messina e Salerno sono uscite dalla top 10.
Per quanto riguarda le città più economiche, Trento si conferma al primo posto con 183 euro, seguita da Udine (186 euro) e Cremona (197 euro). Anche Brescia, Belluno e Fermo continuano a far parte delle prime sei posizioni, confermando i bassi costi dell’anno precedente. Siena è entrata nella lista delle più economiche, sostituendo Bolzano.
Mentre la media degli aumenti nazionali è del 2,6%, la Valle d’Aosta ha segnato il record di incremento con un +20,3%, passando da 303 a 365 euro in un anno. Nel resto del Paese, invece, gli aumenti sono rimasti sotto il 7%, con alcune Regioni come Sicilia, Calabria e Campania che hanno registrato addirittura lievi cali.
Cosa pensi di questi dati? È giusto che ci siano tali differenze tra le Regioni e i capoluoghi? Lascia il tuo commento per discutere insieme!