Dopo l’ondata Omicron, molti virologi hanno affermato che questa potrebbe essere la fase finale dello stato di emergenza. Cosa ne sarà di tutti quei lavoratori che svolgono le loro mansioni in smart working? Ecco le novità…
A marzo del 2020, con il primo lockdown, il governo ha adottato una serie di misure urgenti, tra cui il cosiddetto “smart working”. Grazie alle procedure introdotte durante la pandemia Covid, le imprese hanno potuto utilizzare questo tipo di esecuzione del lavoro come un mezzo efficace al 100%. In tutta Italia sono circa 8 milioni le persone che hanno fatto sì che internet li aiutasse nello svolgimento dei propri compiti.
Lo smart working piace ai lavoratori, tanto che il 46% vorrebbe continuare a farlo anche quando non ci sarà più l’emergenza sanitaria. A fronte di queste statistiche c’è la restante parte che invece preferisce in lavoro in presenza e che non aspetta altro che tornare nei luoghi fisici. Da questa esperienza è nato il nuovo bisogno di conciliare lavoro e vita privata. Per una parte importante dei lavoratori le nuove opportunità che lo smart working offre contano molto più delle criticità, mentre per l’altra questa esperienza non ha fatto altro che incrementare le difficoltà.
Ma una notizia sconvolge il mondo dei funzionari online: la pandemia sta per finire infatti, e probabilmente con essa anche l’era degli incarichi sulle reti. A risentire di questa realtà sono soprattutto le aziende e le imprese, che dovrebbero poi inviare singolarmente gli accordi individuali per proseguire con lo smart working.
Difatti, entro il 31 Marzo, tutto dovrebbe tornare come prima della pandemia, ma le ditte e le varie società potrebbero soffrirne. Questa è una conseguenza evitabile, e per cui il governo sta lavorando. Il consigliere del ministro Orlando ha affermato che, nelle situazioni in cui un contratto è già esistente, la procedura di accordo potrà essere semplificata. Infatti per coloro che già prima della pandemia avevano stipulato delle convenzioni, nulla cambia.
Mentre le grandi aziende si stanno muovendo per adottare lo smart working anche dopo la fine dello stato di emergenza, anche con forme ibride, i lavoratori si chiedono come cambierà la modalità di lavoro agile.
Ecco la risposta, che già era arrivata a Dicembre dello scorso anno: resta necessaria l’adesione volontaria del lavoratore a questo tipo di esecuzione, con un diritto di recesso. Infatti l’eventuale rifiuto del dipendente non può far scattare il licenziamento, ovviamente se questo viene accompagnato da una giusta causa. Un altro punto di domanda resta sulle modalità di valutazione; per quanto riguarda questo argomento, è tutto chiaro: chi lavora da casa viene pagato e giudicato allo stesso identico modo di chi lavora da un ufficio o comunque sul posto di lavoro fisico.
Quindi se voi siete lavoratori autonomi, dipendenti, che vi sia piaciuto o meno lo smart working, dall’inizio di Aprile sarà possibile per voi optare per questa modalità o meno, in totale tranquillità.