Recentemente sono state scoperte alcune operazioni scorrette in alcuni seggi italiani durante il voto per le elezioni europee. Ecco che cosa è successo!
I carabinieri del Ros hanno eseguito 14 misure cautelari a carico di persone indagate per presunti rapporti tra ‘Ndrangheta e politica. Le accuse includono associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, reati elettorali, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falsità materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale.
L’operazione, coordinata dalla Dda, riguarda illeciti legati alle elezioni regionali del 2020-2021 e alle comunali di Reggio Calabria del 2020. Tra gli indagati figurano tre esponenti della politica locale accusati di scambio elettorale politico-mafioso. Di questi, sette persone sono state arrestate con custodia cautelare in carcere, quattro sono ai domiciliari e tre devono presentarsi alla polizia giudiziaria.
L’inchiesta ha rivelato che la cosca Araniti esercitava pressioni sulla politica locale per garantire gli interessi della ‘Ndrangheta. In particolare, il clan cercava di evitare che la politica ostacolasse i loro affari, trasformando le elezioni in un’opportunità per consolidare il proprio potere tramite scambi elettorali.
Tra gli indagati spiccano il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà (PD), il capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale, Giuseppe Neri, e il consigliere comunale di Reggio Calabria Francesco Sera (PD). Le accuse a loro carico sono di scambio elettorale politico-mafioso. Neri e Sera sono stati oggetto di una richiesta di arresto da parte della Dda, che il Gip non ha accolto. Nessuna richiesta di arresto è stata invece fatta per Falcomatà.
La vicenda mette in luce ancora una volta il complesso intreccio tra criminalità organizzata e politica locale in Calabria, sottolineando la necessità di un’azione continua e determinata delle forze dell’ordine per combattere queste infiltrazioni.
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