È scattata di recente un’allerta riguardante la possibilità che si possano verificare delle disastrose alluvioni in Italia. Ecco dove nello specifico!
Mezza Italia è alle prese con siccità e rischio incendi, mentre i vigili del fuoco si trovano impegnati in corsi per avanzamento di carriera. I sindacati denunciano la situazione a Today.it, sottolineando che i corsi di formazione organizzati a giugno, proprio quando il rischio incendi è alto, tengono decine di uomini non operativi sul campo. La carenza di personale è significativa, con un organico inferiore di centinaia di unità rispetto alle necessità. La scorsa estate, oltre 60.000 ettari di terreno sono stati devastati dagli incendi, ma le misure preventive sembrano ancora insufficienti.
Le alluvioni e le esondazioni flagellano il Nord Italia, mentre il Sud e le isole soffrono per la siccità. L’Italia è il Paese con il più alto livello di stress idrico in Europa, con quasi 40 miliardi di metri cubi di acqua prelevati ogni anno per usi agricoli, industriali e domestici. Questo, insieme all’innalzamento delle temperature, rende il nostro Paese particolarmente vulnerabile. La prima mappa globale della siccità, elaborata dall’Università di Utrecht, colloca l’Italia tra i paesi con il maggior numero di “punti caldi”, ben otto su ventuno, tutti caratterizzati da un uso intensivo dell’acqua per l’agricoltura.
In Sicilia, già a inizio maggio, è stato dichiarato lo stato d’emergenza. Sono stati stanziati 20 milioni di euro per interventi immediati, come l’acquisto di nuove autobotti, la rigenerazione di pozzi esistenti e il potenziamento degli impianti di pompaggio. Tuttavia, sono necessarie operazioni più strutturali, poiché la siccità è destinata a perdurare. La regione registra una dispersione idrica del 52,5%, con punte che superano il 70% in alcune province. In Sardegna, gli allevatori hanno smesso di mungere gli animali per risparmiare acqua, mentre in molti comuni l’acqua è già razionata. L’arrivo dei turisti potrebbe aggravare ulteriormente la situazione.
Gli incendi dell’estate scorsa, che hanno distrutto 67.000 ettari di terreno, sembrano non aver insegnato nulla. A metà maggio, il rischio incendi è già elevato in Sardegna e in Puglia, e alto in altre regioni come Abruzzo, Molise, Basilicata e Lazio. Rosario Ferrante, segretario provinciale del sindacato autonomo dei Vigili del fuoco Conapo, sottolinea che poco è cambiato dall’anno scorso. Solo a Palermo manca un organico di 150 persone e un corso per l’avanzamento di carriera, che coinvolgerà 50 uomini per cinque settimane, peggiorerà ulteriormente la situazione.
In Sardegna, la carenza di organico è di almeno 250 uomini. La pulizia delle strade e delle cunette come intervento preventivo è iniziata solo 20 giorni fa, ma è insufficiente. Pietro Nurra, segretario regionale Conapo Sardegna, lamenta la mancanza di informazioni sulle somme messe a disposizione dalla Regione per la campagna anti incendi boschivi. Il personale è costretto a saltare ferie e riposi, ma a lungo andare questa situazione non è sostenibile.
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