• Ven. Nov 22nd, 2024

Secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, l’Europa avrebbe deciso di procedere all’embargo del petrolio russo a partire dal 2023. Questo provvedimento andrebbe a comporre il sesto pacchetto di sanzioni che sono state varate nei confronti di Mosca dall’inizio del conflitto bellico. Ecco che cosa potrebbe succedere.

Bruxelles: stop al petrolio russo dal 2023

Dopo il blocco del carbone russo, anche il petrolio prodotto dalla Russia potrebbe subire un ulteriore embargo a partire dal prossimo anno.

L’Unione Europea e le Nazioni Occidentali stanno valutando di bloccare la risorsa russa per danneggiare ancora una volta l’economia di Mosca. Purtroppo però, questa decisione andrebbe ad esercitare dei risvolti negativi anche sull’Europa, motivo per cui queste sanzioni verranno applicate solamente dal 2023 in poi.

A Bruxelles si sta quindi decidendo quale direzione intraprendere, in modo da danneggiare la Russia senza scatenare gravi ripercussioni su tutti i territori circostanti. Secondo gli Stati Uniti invece, sarebbe stato meglio indirizzare gli sforzi verso il gas, decisione condivisa anche dall’Ungheria.

Il pensiero delle Nazioni Alleate in merito alle nuove sanzioni

Diverse Nazioni alleate si sono espresse in merito al sesto pacchetto di sanzioni che potrebbe abbattersi sulla Russia da qui a breve.
L’Ungheria, ad esempio, ha ribadito che non è molto conveniente protendere per provvedimenti che vanno a danneggiare anche gli altri paesi.

C’è chi suppone che il Paese in questione possa divincolarsi da questa decisione per via della vicinanza tra Putin e Orban, il Premier ungherese. A quanto pare però, non si tratta di una presa di posizione politica, ma di una tutela che tutti i paesi europei dovrebbero rispettare per il loro benessere.

Anche la Slovacchia non è a favore dell’embargo del petrolio: tutte queste decisioni potressero essere legate alla posizione geografica e commerciale di questi territori.

La soluzione più indicata sarebbe quella di raggiungere un compromesso che riesca ad accontentare tutti.

Un nuovo tipo di compromesso: che cos’è il price cap?

Siccome non si riesce a trovare una soluzione che metta d’accordo tutti i paesi in merito alle nuove sanzioni da prendere verso la Russia, si sta pensando di adottare una nuova strategia.

Questa risorsa risponde al nome di price cap e prevede la definizione di un prezzo massimo che i vari paesi dovranno corrispondere al Cremlino. Una volta raggiunta la cifra prefissata, sarebbe impossibile continuare con l’acquisto delle materie prime, causando una grave crisi economica per la Russia.

Se in un primo momento questa potrebbe presentarsi come la soluzione più valida, dopo il raggiungimento della cifra decretata il costo delle risorse potrebbe aumentare a dismisura.

Molte nazioni quindi, non sarebbero favorevoli all’invio di nuove sanzioni almeno per il momento o fino a quando non verrà raggiunto un accordo. I negoziati, comunque, sono iniziati e nei prossimi giorni sarà possibile conoscerne eventuali sviluppi.

Il petrolio rimane indubbiamente una della fonti di ricchezza principali per la Russia ed un eventuale embargo dello stesso potrebbe danneggiare in maniera irrimediabile la Nazione di Putin.

É meglio attuare questo provvedimento o più saggio rimandare il tutto in attesa di un valido compresso? A voi i commenti!