Durante il processo a Ciro Grillo, il legale di parte civile della presunta vittima di stupro di gruppo ha definito l’interrogatorio alla ragazza ‘da Medioevo’.
Processo Ciro Grillo: interrogatorio da Medioevo alla presunta vittima, ecco perché
Alla fine dell’udienza, l’avvocato Dario Romano, legale della presunta vittima di stupro di gruppo, si è sfogato con una collega. Per lui, si è trattato di un interrogatorio da Medioevo. Romano difende la ragazza italo norvegese che ha denunciato la presunta violenza di gruppo avvenuta a luglio 2019 in Costa Smeralda.
Insieme a Ciro Grillo, sono stati denunciati tre suoi amici: Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria.
Il legale Dario Romano rappresenta la giovane insieme all’avvocata Giulia Bongiorno, assente il giorno dell’udienza per impegni istituzionali al Senato. Ha dichiarato che sono state poste alla ragazza domande choc nel corso di 5 ore di interrogatorio. Come era vestita? Non si è divincolata? Come le ha tolto gli slip? Se le gambe erano piegate, come hanno fatto a sfilarle i pantaloni? Perché non ha reagito con un morso durante il rapporto orale?
Domande molto intime, decine di domande di questo tipo, riferite anche a particolari posizioni, poste dalla legale di Francesco Corsiglia, l’avvocata Antonella Cuccureddu.
Prima di lasciare l’aula, al Palazzo di Giustizia di Tempio Pausania, in Sardegna, la presunta vittima ha ammesso di sentirsi esausta, svuotata, nauseata. Durante l’interrogatorio, la ragazza ha avuto momenti di cedimento ed ha pianto, ma ha continuato a rispondere. Quella notte si è sentita una preda – ha detto.
La risposta dell’avvocata Cuccureddu ai giornalisti
La legale Antonella Cuccureddu ha spiegato ai cronisti che il processo è a porte chiuse, quindi non si può parlare di domande intime. Si sta affrontando un fatto di violenza sessuale: non c’è nulla di intimo in un atto di stupro. Il processo serve a capire se è stata davvero una violenza sessuale o una cosa intima.
Non si rischia neanche la vittimizzazione secondaria della ragazza perché il processo serve ad accertare i fatti e se c’è una vittima. Bisogna chiedere cosa è accaduto, segmento per segmento, senza tralasciare nessun passaggio. Il suo dovere di avvocato – ha sottolineato Cuccureddu – è difendere una persona esponendo al giudice tutti gli elementi agli atti.
L’avvocata ha contestato diversi punti: perché la ragazza non ha urlato o si è contraddetta in certe risposte date. Nella deposizione della giovane ci sono tanti ‘non ricordo’. Non ricorda di aver baciato Ciro Grillo o di aver poggiato le gambe su quelle di Francesco Corsiglia in taxi. Non ricorda di essersi allontanata con i ragazzi dopo il primo episodio di atto sessuale lasciando in casa l’amica. Dei fatti documentati non ricorda quasi nulla, mentre ricorda soltanto ciò che non è documentato. Tuttavia, molte domande poste da Cuccureddu non sono piaciute neanche ai legali degli altri imputati.
In aula, Francesco Corsiglia ha dichiarato spontaneamente che non era presente all’episodio di violenza sessuale di gruppo.
L’udienza è stata rinviata. La difesa ha intenzione di proiettare in aula 3 spezzoni di video di quella notte.
Che ne pensate dell’interrogatorio alla ragazza? A voi i commenti!