• Ven. Set 20th, 2024

Visita Fiscale In Malattia, Le Nuove Regole: Ecco Cosa Cambia!

Il Tar del Lazio ha ritenuto incostituzionali gli orari che vincolano i dipendenti statali a stare in casa in attesa della visita fiscale. Non esisterebbe, infatti, parità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati. Il provvedimento riguarda la reperibilità obbligatoria nei giorni in cui il dipendente pubblico statale è in malattia e riceve l’indennità dall’Inps.

 

Visite fiscali: il ricorso del sindacato Uilpa

La visita fiscale è la verifica medico-legale svolta dall’Inps nei confronti dei lavoratori dipendenti in malattia. L’accertamento riguarda sia i dipendenti pubblici che quelli privati e può essere effettuato sia per libera iniziativa dell’Inps che per richiesta del datore di lavoro. Il lavoratore che si mette in malattia ha dunque due obblighi da assolvere: il riposo e la reperibilità presso la propria abitazione, qualora arrivasse il medico legale dell’INPS per verificare le sue reali condizioni di salute. A tal proposito, è importante ricordare che alcune categorie di lavoratori sono escluse dall’obbligo di visita
fiscale.

I casi specifici riguardano la presenza di malattie gravi che richiedono cure salvavita, oppure di patologie riconosciute come cause di servizio, o ancora di situazioni di invalidità almeno del 67%. Sono esentati dall’obbligo di reperibilità durante le fasce orarie i lavoratori affetti da: insufficienza renale acuta, trapianti di organi vitali, cirrosi epatica in fase di scompenso, sindromi vascolari acute e altre gravi patologie. Per quanto riguarda, invece, i dipendenti non esonerati dall’obbligo di reperibilità, non è necessario restare in casa 24 ore al giorno. Sono state, infatti, stabilite determinate fasce orarie, durante le quali il lavoratore deve essere reperibile. Attualmente, però, gli orari definiti per il settore pubblico differiscono da quelli del settore privato.

I dipendenti pubblici devono essere reperibili dalle ore 9 alle 13 del mattino e dalle 15 alle 18 del pomeriggio, 7 giorni su 7 compresi i festivi. Quelli privati, invece, hanno l’obbligo di restare in casa dalle ore 10 alle 12 del mattino e dalle ore 17 alle 19 del pomeriggio. Il sindacato della polizia penitenziaria UILPA PP ha presentato ricorso al Tar del Lazio, poiché la fascia oraria di reperibilità dei lavoratori pubblici è quasi doppia rispetto a quella dei dipendenti privati. Il Tar, oltre ad accogliere integralmente il ricorso, ha evidenziato l’incostituzionalità della disparità di orario tra i due settori. Una violazione del principio di uguaglianza come prevede l’articolo 3 della Costituzione.

La sentenza del Tar del Lazio

Secondo il Tribunale Amministrativo Regionale, la malattia non può essere trattata diversamente a seconda del tipo di lavoro, sia che si tratti d’impiego pubblico che privato: gli orari di verifica devono essere pertanto gli stessi per entrambi i settori. La sentenza emessa dal Tar del Lazio ha annullato parte del decreto ministeriale Madia-Poletti del 2017, sottolineando che i futuri emendamenti dovranno rispettare le indicazioni dei collegio dei giudici amministrativi. Ha quindi richiesto al legislatore di armonizzare gli orari di reperibilità per tutti i dipendenti, sia pubblici che privati.

La decisione dei giudici andrà, pertanto, a modificare le fasce orarie, ma per sapere cosa cambierà sarà necessario attendere ancora del tempo. Gennarino De Fazio, segretario generale Uilpa, ha dichiarato che il caso continuerà a essere seguito finché non si giungerà a una soluzione definitiva con la riscrittura del decreto ministeriale. Sicuramente servirà del tempo, ma le differenze tra settore pubblico e privato dovranno essere annullate perché ritenute incostituzionali. Parliamo di 7 ore di reperibilità obbligatoria per i dipendenti pubblici contro le 4 richieste ai lavoratori privati: a voi i commenti!