Elena, la sorella di Giulia Cecchettin, si è scagliata contro Salvini affermando che il femminicidio è violenza di Stato. Su Instagram spiega perché.
La sorella di Giulia Cecchettin contro Salvini: lo sfogo su Instagram
Elena, la sorella di Giulia Cecchettin, ha lanciato un attacco diretto a Salvini con una storia pubblicata su Instagram. Ha esordito scrivendo che il Ministro dei Trasporti dubita della colpevolezza di Turetta solo perché è di buona famiglia e bianco. E’ violenza anche questa, violenza di Stato.
E’ un attacco duro, senza mezzi termini, che Elena ha lanciato poche ore dopo l’arresto di Filippo Turetta, l’ex fidanzato di Giulia. ‘Se’ colpevole, nessuno sconto di pena e carcere a vita’. Queste parole di Salvini hanno infiammato il dolore di Elena.
Salvini, dopo la reazione della sorella di Giulia, ha voluto precisare. Ha proposto il carcere a vita per gli assassini con lavoro obbligatorio, mentre per stupratori e pedofili (tutti, indipendentemente dalla pelle) galera e castrazione chimica. La Lega lo propone da sempre e confida nel sostegno delle altre forze politiche. Il ministro ha sottolineato che auspica tempi rapidi e nessun buonismo. Pare evidente a tutti la colpevolezza di Filippo.
La Lega ha votato contro la ratificazione della Convenzione di Istanbul
Elena Cecchettin ha sfogato il suo dolore condividendo su Instagram diversi post contro il femminicidio. Tra questi, anche il post dell’attivista femminista Carlotta Vagnoli dove ricorda che, a maggio, la Lega ha votato contro la ratificazione della Convenzione di Istanbul.
Questo ‘no’ all’adesione dell’Ue alla Convenzione del Consiglio d’Europa su prevenzione e lotta contro la violenza sulle donne e domestica cosa significa? Il femminicidio è un omicidio di Stato – ha concluso Elena citando Carlotta Vagnoli.
Qualche giorno fa, Vagnoli ha sottoscritto una lettera alla Rai con altri 200 attivisti e intellettuali contro la trasmissione di Nunzia De Girolamo. La conduttrice aveva ospitato la vittima dello stupro di Palermo. Vignola ha accusato il programma di pornografia del dolore.
Pornografia del dolore: giù le mani fasciste dalle survivor
Il termine ‘pornografia del dolore’ è riferito al giornalismo e ai social media. Indica la morbosità con cui si espongono dettagli violenti e macabri per attirare l’attenzione del pubblico.
Tra tanti fatti denunciati pubblicamente, Carlotta Vagnoli ha reagito duramente quando Meloni ha postato, ad agosto 2022, il video di uno stupro avvenuto a Piacenza. Ha reagito con un ‘giù le mani fasciste dalle survivor’.
Agli abbracci della donna/mamma/cristiana Giorgia le attiviste come Carlotta rispondono con gli sputi. Gli sciacalli fascisti pubblicano video di stupri sui social per fare propaganda. Quanti like può valere la vita di una donna e la vita umana in genere?
Che ne pensate dell’accusa a Salvini da parte di Elena? A voi i commenti!