• Ven. Nov 22nd, 2024

Più Tasse A Chi Dichiara Oltre 35mila Euro: Ceto Medio Penalizzato!

Una ricerca di Itinerari Previdenziali ha segnalato che il carico maggiore dell’Irpef pesa sul ceto medio e non solo.

 

Irpef: il peso maggiore sulle spalle del ceto medio

I contribuenti che dichiarano redditi oltre i 35mila euro pagano il 62,52% di Irpef. Hanno il carico fiscale maggiore e risultano essere il 13,94% dei contribuenti complessivi nel nostro Paese.

Coloro che dichiarano meno di 15mila euro annui rappresentano il 42,59% del totale dei contribuenti, inclusi i negativi. Versano soltanto l’1,73% dell’imposta sulle persone fisiche totale.

Questi dati emergono da una ricerca condotta da Itinerari Previdenziali, che rivela come la grossa fetta delle imposte sul reddito pesi sul ceto medio. L’andamento dei consumi, però, non coincide con quello che viene dichiarato al Fisco.

Dati 2021 emersi dalla ricerca condotta da Itinerari Previdenziali

I redditi complessivi dichiarati nel 2022, relativi all’anno 2021, riportano un ammontare di 894,162 miliardi. Il relativo gettito generato di oltre 175 miliardi (che comprende Irpef, addizionale regionale e comunale) è risultato in crescita rispetto ai 164,36 miliardi del 2020.

Sono aumentati coloro che dichiarano (41.497.318) e che versano almeno 1 euro di Irpef (31.365.535), il che rappresenta il valore più elevato registrato dal 2008. Più di 8,8 milioni di persone (il 21,29% dei dichiaranti) denunciano tra 0 e 7.500 euro versando mediamente 26 euro di Irpef all’anno. Risultano 7,8 milioni i contribuenti che dichiarano tra 7.500 e 15mila euro, ovvero il 18,84% del totale.

Il presidente della Confederazione dei dirigenti d’azienda (Cida), Stefano Cuzzilla, ha definito inaccettabile il fatto che il 13% della popolazione debba sostenere circa la metà degli italiani. Connazionali che non dichiarano redditi e che ricevono sostegni e agevolazioni, spesso senza verificarne i bisogni effettivi.

Chi guadagna da 35mila euro lordi in su non beneficia del taglio al cuneo fiscale. Viene considerato troppo ricco, perciò non può tutelarsi dall’inflazione neanche al momento della pensione. Così ha concluso Cuzzilla.

Gap tra entrate contributive e uscite per prestazioni pensionistiche maggiore al Sud

L’analisi del centro studi che fa capo ad Alberto Brambilla ha evidenziato anche un particolare divario.

Si tratta del gap tra entrate contributive e uscite per prestazioni pensionistiche. Dalla ricerca risulta che il gap è decisamente più ampio al Sud rispetto al Nord.

Nel 2021, in Italia, la percentuale dei contributi rispetto alle prestazioni è stata dell’80,45%: è salita rispetto al 76,43 del 2020. Su oltre 48 miliardi di squilibrio totale, circa 10,8 provengono da Sicilia e Campania.

Esiste un forte divario anche al Nord: ad esempio, il Piemonte ha registrato una copertura del 72,92%, mentre la Liguria del 64,83%.

Che ne pensate di questi dati? A voi i commenti!