Gli Stati Uniti continuano a rafforzare la deterrenza in Israele. Il Ministero della Difesa è impegnato a fornire assistenza e munizioni allo Stato dopo gli attacchi terroristici di Hamas. Scopriamo i particolari di quanto sta accadendo.
Israele: gli Usa rafforzano la deterrenza
La situazione in Medio Oriente e nel Nord Africa si è infiammata dopo l’assedio di Gaza e il bombardamento dell’ospedale, mentre in tutta Europa cresce l’allerta terrorismo. Israele, intanto, sarebbe pronto a irrompere nella Striscia di Gaza. Lloyd Austin, segretario alla difesa degli Stati Uniti, ha diramato un comunicato in cui afferma che si tratta di una risposta all’escalation iraniana. Le forze armate americane stanno procedendo all’invio di ulteriori dispositivi di difesa missilistica. Sono stati dispiegati altri battaglioni Patriot e una batteria Thaad, acronimo di Terminal High Altitude Area Defense, a rafforzamento delle forze armate statunitensi. Si tratta di sistemi di difesa aerea ideati per distruggere missili balistici di diverse tipologie e misure.
Austin ha poi dichiarato che i nuovi sistemi difensivi aumenteranno la deterrenza statunitense, supportando la difesa di Israele. Due portaerei di attacco sono giunte nel Mediterraneo Orientale. A queste si è unito il 26esimo Meu, ovvero Marine Expeditionary Unit, a bordo dell’anfibio Uss Mesa Verde, unità di assalto destinata alle operazioni speciali. Normalmente conta 2.400 uomini che potrebbero diventare 4.400. Alle unità marittime si sono aggiunti i cacciabombardieri Strike Eagle e i cacciacarri Thunderbolt II. Insomma gli Stati Uniti sono pronti a fare fuoco dal mare e dal cielo, qualora le forze ostili attaccassero Israele o le basi americane presenti nella regione.
L’accordo tra Biden e Netanyahu e il colloquio con il Papa
Nel frattempo il presidente americano Joe Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu hanno interloquito telefonicamente, raggiungendo un accordo. I due leader hanno deciso di comune accordo che si verifichi un flusso continuo di aiuti verso Gaza. Martin Griffiths, capo degli aiuti delle Nazioni Unite, ha reso noto che, nella giornata di Domenica 22 Ottobre, altri 14 camion hanno raggiunto Gaza, dopo aver attraversato il valico di Rafah. Ha poi ringraziato gli operatori umanitari per il pronto intervento nello scaricare le merci, nonostante i rischi. Biden ha rivolto un ringraziamento particolare al premier israeliano per aver favorito il rilascio di due
ostaggi americani.
Il presidente americano e Netanyahu hanno poi parlato dei provvedimenti in corso per facilitare la liberazione di tutti gli ostaggi catturati da Hamas. Certo, se da una parte il Pentagono rafforza la capacità di deterrenza in Medio Oriente, dall’altra Washington spinge perché Israele ritardi o mitighi l’offensiva di terra verso Gaza. L’obiettivo è lo stesso: liberare gli ostaggi e annientare Hamas senza scatenare una guerra regionale.
Nel pomeriggio della stessa giornata, Joe Biden ha avuto un colloquio telefonico con Papa Francesco, durato circa 20 minuti. Gli argomenti della conversazione hanno riguardato le guerre nel mondo e la necessità di scoprire eventuali percorsi di pace, come reso noto dalla Santa Sede. Non ci resta che attendere, nella speranza che l’invito del Pontefice a fermarsi venga ascoltato. Quando
terminerà questa tragica scia di sangue che continua a causare la morte di troppi innocenti? A voi i commenti!