• Ven. Nov 22nd, 2024

Alessia Pifferi è stata messa sotto processo per aver lasciato sola sua figlia, Diana, per sei giorni. Inizialmente accusata di comportamento volontario, una recente diagnosi ha rivelato che Alessia potrebbe avere un disturbo dello sviluppo intellettivo.

 

Il parere dell’esperto: Alessia ha un disturbo intellettivo

Una diagnosi potrebbe cambiare l’accusa di omicidio volontario nei confronti di Alessia Pifferi in abbandono di minore e morte in conseguenza di altro reato. La donna avrebbe lasciato la sua bambina di 18 mesi da sola a Milano per sei giorni, dal 14 al 20 luglio 2022.
In questo periodo di tempo si sarebbe recata dal suo compagno a Leffe. Alessia, una volta tornata a casa, avrebbe trovato Diana morta. La Pifferi avrebbe dichiarato di aver lasciato la piccola da sola, con un biberon, due bottiglie d’acqua e una di the, pensando che potessero bastare.

Quando l’accusa le ha chiesto cosa sarebbe potuto accadere, secondo lei, se la bambina non avesse mangiato, avrebbe risposto di non averne idea, ma non avrebbe immaginato che sarebbe successa una cosa del genere. Durante l’interrogatorio avrebbe chiesto al PM di non sgridarla. Ora, se venisse dimostrata la non volontarietà della Pifferi nel commettere il reato, la condanna all’ergastolo potrebbe essere comminata. Ciò significa che la pena potrebbe essere convertita, riducendola da un minimo di 5 anni a un massimo di 8.

Secondo quanto dichiarato dallo psicopatologo Forense Marco Garbarini, Alessia Pifferi soffrirebbe di un disturbo dello sviluppo intellettivo. Per questo motivo non ci sarebbe stata volontà da parte della donna nel commettere il reato. L’esperto avrebbe aggiunto che, secondo lui, la Pifferi avrebbe perso il senso della dimensione temporale. La mamma di Diana avrebbe capito la gravità del suo comportamento soltanto durante la detenzione nel carcere di San Vittore. Il suo disturbo l’avrebbe resa incapace di capire le necessità della figlioletta.

Alessia Pifferi: nessuno si era accorto del suo disturbo mentale

Alessia Pontenani, l’avvocata che ha assunto la difesa della Pifferi, è stata ospite della trasmissione Quarto Grado. Durante il suo intervento ha precisato che la sua assistita non aveva mai dato segni di un disturbo psicologico. Nessuno, compresa la famiglia, si sarebbe mai accorto del suo problema. La Pontenani avrebbe cercato di ricostruire l’accaduto: Alessia Pifferi, dopo aver lasciato Diana da sola per
un breve periodo di tempo, potrebbe aver reiterato il comportamento. Avrebbe, però, perso il senso della dimensione temporale delle azioni, come già precisato da Garbarini.

Il disturbo cognitivo sarebbe emerso dalle carte depositate dal carcere. Sembrerebbe, infatti, che il problema della signora Pifferi derivi da un grave deficit intellettivo di comprensione del tempo che passa. Alessia avrebbe raccontato che, la prima volta, il suo compagno le avrebbe detto di lasciare Diana da sola per andare a fare la spesa. Tornata a casa e appurato che la bambina stava bene, avrebbe pensato di poter ripetere la cosa per uno o due giorni. Così è stato per qualche weekend, fino al doloroso epilogo. Sembrerebbe che, durante i fatidici sei giorni, la trentasettenne sia tornata in città con il compagno per una questione di lavoro.

I due avrebbero avuto una discussione piuttosto accesa per una banalità e la donna avrebbe avuto paura di dire al suo compagno di riportarla a casa per vedere come stava la bambina. Secondo la testimonianza di Alessia, il suo compagno aveva un carattere così forte da incuterle timore. In aula, presso il Palazzo di Giustizia di Milano, la donna avrebbe confessato di essere pentita e che la
bambina le manca. Non avrebbe mai voluto farle del male e, potendo tornare indietro, non rifarebbe il terribile gesto. E voi cosa ne pensate?