La malattia ha segnato la fine della latitanza di Messina Denaro. Ora le sue condizioni si aggravano, con familiari e legali al suo fianco in ospedale.
Coma irreversibile per Matteo Messina Denaro: stop all’alimentazione
Le condizioni di Matteo Messina Denaro sono peggiorate. Il boss malavitoso, affetto da un tumore al colon al quarto stadio, sarebbe ricoverato nel reparto detenuti dell’Ospedale San Salvatore de L’Aquila. Il suo stato di salute si è aggravato ulteriormente dopo un collasso causato da un’emorragia, che ha determinato il peggioramento dei parametri vitali. Il boss di Cosa Nostra, dopo l’arresto, è stato trasportato nel penitenziario de L’Aquila, dove ha ricevuto le cure per il cancro che l’ha colpito circa tre anni fa. Il capomafia è stato seguito dallo staff di Oncologia del nosocomio locale.
Messina Denaro è stato sottoposto a terapia in una cella allestita appositamente per lui, una sorta d’infermeria. Le sue condizioni sono risultate discrete fino a un mese fa, quando il boss di Castelvetrano ha subito due interventi chirurgici. Successivamente la situazione si è aggravata e il boss malavitoso è stato ricoverato presso l’ospedale del capoluogo abruzzese, nel reparto destinato ai detenuti. In seguito al peggioramento delle sue condizioni di salute, l’uomo è stato sottoposto alla terapia del dolore e alla sedazione.
I medici avrebbero sospeso anche l’alimentazione, rispettando il rifiuto del boss nei confronti dell’accanimento terapeutico, come espresso dallo stesso nel suo testamento biologico. Presente al suo capezzale la figlia Lorenza Alagna, riconosciuta di recente, e la nipote e legale Lorenza Guttadauro. Messina Denaro avrebbe incontrato per la prima volta la figlia, nata durante la latitanza, proprio durante la
detenzione nel carcere di massima sicurezza de L’Aquila, in regime di 41 bis. Secondo alcune intercettazioni, il boss avrebbe un altro figlio di nome Francesco nato tra il 2004 e il 2005.
Matteo Messina Denaro: il mancato pentimento
Dopo una latitanza durata 30 anni, Matteo Messina Denaro è stato scovato grazie alle terapie mediche a cui si era sottoposto presso la clinica privata La Maddalena, a Palermo. Il capomafia aveva assunto la falsa identità di Andrea Bonafede per poter ricevere le cure nel centro oncologico. Dopo l’arresto, avrebbe subito diversi interrogatori durante i quali si sarebbe rifiutato di collaborare con la
giustizia. Latitante dal 1933, era diventato capomafia in Sicilia nel 2006, in seguito all’arresto dell’allora capo di Cosa Nostra Bernardo Provenzano.
Durante il primo interrogatorio Messina Denaro avrebbe negato di far parte di Cosa nostra, dichiarando di conoscerla attraverso i giornali. Rivolgendosi al capo procuratore Maurizio De Lucia e all’aggiunto Paolo Guido, avrebbe affermato di essere stato catturato solo per la sua malattia.
Gli inquirenti, dopo aver perquisito la casa di Rosalia Rosetta, sorella del boss, avrebbero trovato nella gamba di una sedia un pizzino. Si trattava di una sorta di cartella clinica scritta a mano, riportante le date e le visite. Ciò avrebbe favorito l’acceleramento delle indagini che, circa un mese dopo, avrebbero portato all’interruzione della latitanza del boss. Riconosciuto mandante di numerosi atti criminali, tra cui le stragi in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, non ha mai mostrato segni di pentimento. Una cosa è certa: Matteo Messina Denaro non tornerà più in carcere e non conoscerà l’esito della sua condanna.
Finisce così il mito dell’ultimo padrino di Cosa Nostra, vissuto per anni come un fantasma, ma gestendo un potere enorme e acquisendo la fama di uomo spietato. Cosa accadrà ora? A voi i commenti!