Il Governo Meloni avrebbe annunciato la realizzazione di nuovi centri di permanenza per il rimpatrio migranti (Cpr). Ecco la descrizione del progetto dell’Esecutivo.
I nuovi Cpr: ecco dove sorgeranno
Il Governo avrebbe varato un piano per affrontare l’emergenza migranti a Lampedusa. Il provvedimento estenderebbe a 18 mesi il limite di trattenimento dei migranti nei centri di permanenza. Si tratterebbe di persone entrate illegalmente in Italia. Queste vengono accolte nei Cpr in attesa di essere espulse e rimpatriate nei loro Paesi di origine. Il rimpatrio delle persone espulse richiederebbe accordi con i loro Paesi di provenienza che prevedono procedure lunghe e costose. Nei primi 8 mesi del 2023 sarebbero stati effettuati oltre 3.000 rimpatri. Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha fornito chiarimenti in base al nuovo progetto del Governo Meloni.
Questo riguarderebbe l’apertura di nuovi Cpr destinati ai migranti. Attualmente i Centri presenti in Italia sarebbero 10, ma quello di Torino sarebbe chiuso. Tra gli altri, 2 sono in Sicilia, 2 in Puglia, 1 in Piemonte, 1 in Sardegna, 1 in Friuli Venezia Giulia, 1 in Lazio, 1 in Lombardia e 1 in Basilicata. Il progetto del Governo riguarderebbe l’apertura di almeno 10 centri nelle Regioni in cui non sono ancora presenti. Questi dovrebbero essere realizzati nel minor tempo possibile. Nel frattempo l’Esecutivo avrebbe incaricato il Ministero della Difesa di cercare i luoghi dove realizzare i Cpr.
Parliamo di caserme dismesse e di edifici siti in località poco popolate, recintabili e sorvegliabili, che verranno realizzati dal Genio militare. Una volta attivi, saranno presidiati dalle Forze dell’Ordine. I nuovi centri sorgeranno in Abruzzo, Marche, Molise, Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Liguria, Valle d’Aosta, Calabria, Campania, Trentino Alto Adige e Veneto. Le strutture ospiteranno le persone che non sono in possesso di permesso di soggiorno e trattenute da un provvedimento convalidato dal giudice.
Le reazioni di sindaci e governatori
I sindaci e i governatori delle varie Regioni italiane avrebbero mostrato alcune perplessità nei confronti del progetto proposto dal Governo Meloni. Eugenio Giani, Presidente della Toscana, avrebbe dichiarato di non acconsentire alla realizzazione di un Cpr nella sua Regione. Il no sarebbe arrivato anche dal Presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher. Quest’ultimo sarebbe disposto ad acconsentire solo nel caso in cui il Cpr risolvesse le esigenze locali, senza trasferimenti da altre Regioni. Nel frattempo i sindaci delle fazioni di destra e di sinistra avrebbero richiesto un incontro al Viminale.
Il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, avrebbe dichiarato di attendere le proposte del Governo per poi valutarle. Avrebbe anche ribadito il tema dell’accoglienza diffusa facendo riferimento alla rete SAI (Sistema Accoglienza Integrazione). Matteo Lepore, sindaco di Bologna, avrebbe ricordato che in Emilia Romagna sarebbero in arrivo altri 800 migranti. Gian Carlo Muzzarelli, primo cittadino di Modena, avrebbe attaccato il Governo per l’arrivo inaspettato di persone da Lampedusa, senza avviso preventivo. Renzo Testolin, governatore della Valle d’Aosta, avrebbe, invece, comunicato che i posti disponibili nella Regione sarebbero esauriti.
Flavio Di Muro, sindaco di Ventimiglia, sarebbe favorevole alla realizzazione di un Cpr in Liguria. La struttura accoglierebbe irregolari e coloro che commettono reati e non hanno intenzione di integrarsi. Attualmente la Lombardia è la Regione che ospita il maggior numero di migranti, seguita dalla Sicilia e dalla Puglia. Gli altri migranti sarebbero distribuiti nei centri di accoglienza e SAI delle altre Regioni.
Concludendo, si evince come il nuovo progetto del Governo Meloni abbia dato origine a pareri contrastanti. Secondo Piantedosi è necessario garantire il maggior numero di espulsioni: la richiesta arriverebbe proprio dall’Europa. Non ci resta che attendere i nuovi sviluppi: quali risultati garantirà il nuovo piano di Governo? A voi i commenti!