Un paio di giorni fa un terribile incidente ferroviario ha causato la morte di 5 operai a Brandizzo. Il Corriere della Sera ha raccolto la testimonianza di un diciottenne giunto sul posto subito dopo la tragedia: ecco le sue parole.
Incidente ferroviario a Brandizzo: il racconto di Samuele
Nella tarda serata di giovedì 31 Agosto, il Comune di Brandizzo, nel Torinese, è stato sconvolto da un tragico evento. 5 operai hanno perso la vita dopo essere stati travolti da un treno mentre lavoravano sui binari della stazione ferroviaria. Le vittime avevano un’età compresa tra 22 e 52 anni. Quella sera Samuele Algieri, un ragazzo di 18 anni, si trovava a casa di amici nei pressi del luogo dell’incidente. A un certo punto, uno dei ragazzi avrebbe detto di aver sentito un grande botto, simile all’esplosione di una bomba sulla ferrovia. Subito dopo tutti avrebbero udito un tonfo.
Il gruppetto di amici si sarebbe precipitato fuori dall’abitazione per raggiungere la stazione. Arrivati sul luogo, i giovani avrebbero assistito a una scena spaventosa. Secondo la testimonianza di Samuele, c’erano sangue, detriti e pietre ovunque. I resti dei corpi erano disseminati in stazione e nel parcheggio adiacente alla stessa. Il diciottenne avrebbe raccontato di aver visto in lontananza i due operai rimasti miracolosamente illesi.
Avrebbe poi aggiunto di non aver avuto il coraggio di avvicinarsi a loro. Il ragazzo ha poi dichiarato come certe cose lascino il segno e che, alla sua età, non andrebbero nemmeno viste. Un racconto sconvolgente, attraverso le parole di un giovane che ha assistito, suo malgrado, a una tragedia così devastante. Altri testimoni, che al momento dell’incidente si trovavano nei pressi della stazione di Brandizzo, avrebbero raccontato di aver sentito un sibilo. A questo si è poi aggiunto il rumore delle pietre che colpivano le auto posteggiate nelle vicinanze.
Brandizzo, le parole di uno dei superstiti: “Ho visto la morte in faccia”
Nelle ultime ore sono state rese note anche le parole di uno dei due sopravvissuti al terribile schianto. L’uomo era in servizio con gli operai che hanno perso la vita nell’incidente. Al momento dell’impatto lui e un suo collega si trovavano a poca distanza dal luogo dell’incidente.
I due sono riusciti a evitare miracolosamente il treno, che viaggiava a 160 km orari, mettendosi in salvo. Successivamente sono stati portati in stato di shock all’Ospedale di Chivasso insieme ai due macchinisti del treno.
Andrea Girardin Gibin avrebbe raccontato di aver perso l’equilibrio in seguito allo spostamento d’aria provocato dal passaggio del treno. L’uomo avrebbe raccontato di aver visto la morte in faccia. Il secondo superstite, Antonio Massa, era invece impegnato a compilare una relazione tecnica su un altro binario, sfuggendo all’orribile strage. Paolo Franzese, Direttore di Medicina e Chirurgia di Accettazione e di Urgenza presso il nosocomio chivassese, ha raccolto le testimonianze scioccanti dei due sopravvissuti.
Franzese ha raccontato che i due operai hanno rilasciato informazioni confuse, essendo in evidente stato di shock. Nel frattempo, gli inquirenti hanno aperto un’indagine contro ignoti per disastro e omicidio colposo plurimo. Le vittime dell’incidente si occupavano di lavori di manutenzione per una ditta esterna alle ferrovie: la Sigifer di Borgo Vercelli. Svolgevano le loro mansioni prevalentemente di notte per garantire il continuo funzionamento dei binari nelle stazioni del territorio piemontese.
Si presume che la causa della loro morte potrebbe essere imputabile a un errore comunicativo tra la squadra addetta alla manutenzione e quella che avrebbe dovuto segnalare il passaggio del treno. Ora resta da capire cosa non ha funzionato nella comunicazione e se potrebbe trattarsi di un errore umano. Una cosa è certa: non è possibile che nel 2023 degli operai perdano la vita mentre svolgono il loro lavoro. Sarebbe indicato proporre degli interventi per scongiurare queste tragedie? A voi i commenti!