Beppe Vessicchio ha vinto la causa intentata alla Rai per il riconoscimento dei diritti d’autore de La prova del cuoco. Il noto direttore d’orchestra, molto soddisfatto per la sentenza emessa dal Tribunale di Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni. Ecco le sue parole.
La vittoria di Vessicchio: il riscatto sui diritti d’autore
Il maestro Beppe Vessicchio ha voluto precisare che il contenzioso con la Rai non riguardava i diritti d’autore, bensì i cosiddetti diritti connessi. Si tratta di quelli inerenti alle registrazioni discografiche dei brani che avrebbero dovuto essere riconosciuti a lui e alla sua società, CIAOSETTE. Vessicchio ha dichiarato di non aver mai ceduto le registrazioni a RAICOM, neanche quando si chiamava RAITRADE. Secondo le sue dichiarazioni, il maestro avrebbe sempre lottato per il riconoscimento economico relativo agli utilizzi dell’emittente di Stato.
Il famoso direttore d’orchestra avrebbe fatto riferimento all’equo compenso spettante in parti uguali al produttore fonografico e agli interpreti. Questo è quanto prevede l’Articolo 73 della legge relativa al diritto d’autore. Secondo le parole dell’ex insegnante di Amici, la sentenza emessa dal Tribunale di Roma sarebbe stata una vittoria, non solo per lui, ma per l’intero settore. Ciò significa che i proprietari delle registrazioni discografiche utilizzate nei programmi delle varie emittenti televisive e gli artisti devono ricevere il giusto compenso.
Il discorso varrebbe anche nel caso in cui queste opere vengano utilizzate per la prima volta nel programma, senza essere state commercializzate precedentemente. La TV di Stato ha contestato proprio il fatto che le registrazioni utilizzate per la trasmissione di Antonella Clerici, non fossero state lanciate ancora sul mercato. Beppe Vessicchio ha continuato dicendo che, nel suo caso, la vicenda era più complicata.
Riassumendo, la Rai non avrebbe riconosciuto l’equo compenso, attribuendo la proprietà dei suddetti brani a RAICOM, all’epoca RAITRADE. Il celebre direttore d’orchestra, in qualità di artista, avrebbe ricevuto parte della remunerazione. La Rai, a questo punto, avrebbe chiesto a Vessicchio la restituzione del compenso, reputandolo errato.
Beppe Vessicchio e il lungo percorso prima della sentenza
Una vera e propria beffa per il maestro, al quale non sarebbe spettata la remunerazione, non esistendo il diritto, almeno secondo la Rai. Il Tribunale, invece, ha deciso di accogliere la richiesta del professore, invitando la Rai a retribuirgli l’equo compenso, ma non solo. Come artista, inoltre, non dovrà restituire nulla, poiché la retribuzione ricevuta era di sua spettanza.
Vessicchio ha aggiunto che finalmente ha ottenuto giustizia, ma questa sentenza è una rivincita per quei produttori musicali non retribuiti con l’equo compenso. Il musicista ha poi voluto precisare che, per il momento, si tratta di una sentenza parziale. Il Tribunale ha delegato un consulente tecnico d’ufficio per stabilire la cifra che la Rai dovrà retribuirgli. Il calcolo del compenso verrà stimato in base ai proventi ricavati dall’emittente per la trasmissione. Una lieta conclusione, che ha sancito la fine di un contenzioso molto lungo, cominciato nel 2014 con una procedura stragiudiziale. Nel 2018 ha avuto inizio il procedimento, dopo quattro anni dedicati alla ricerca di una conciliazione pacifica.
Un iter lunghissimo tra udienze, rinvii e la Pandemia, terminato dopo anni con una sentenza impeccabile. Questa dovrebbe diventare definitiva nel 2024. Una bella vittoria per Beppe Vessicchio, ma anche una forma di riscatto per alti produttori discografici: siete d’accordo anche voi?