Diverse le inchieste che rischiano di essere distrutte dal peso della Sentenza Renzi. Molti si sono nascosti dietro ai privilegi dei parlamentari, ma del resto il provvedimento risulta essere molto chiaro. Che cosa succederà?
Sentenza Renzi: richiesta l’autorizzazione del Parlamento per le indagini
Il peso della Sentenza Renzi inizia a farsi sentire sul serio. Molte indagini rischiano di non essere approfondite in quanto la Consulta ha deciso di tutelare chi potrebbe realmente finire nei guai. Citiamo quindi Daniela Santanchè, Beppe Grillo, Vincenzo Onorato, il figlio di Ignazio La Russa e Marcello Dell’Utri. Ognuna di queste persone ha sulla testa un fascicolo ricco di informazioni sulle quali vale la pena indagare. Allo stesso tempo però, risulta davvero molto difficile farlo.
Matteo Renzi ha quindi nominato una Consulta, l’unica con il potere di esaminare tutti gli elementi estratti da pc e cellulari e scovare quindi dati preziosi. I pm non potranno più richiedere chat o sms privati, in quanto questi sono stati paragonati alla classica corrispondenza e come tale devono rimanere segreti. Sarà infatti necessario chiedere delle autorizzazioni alla Camera o al Senato per agire nella maniera più lecita.
Un chiaro esempio di quanto accaduto riguarda proprio la politica Daniela Santanchè. La donna ha usato la posta virtuale in maniera illecita, motivo per cui la Guardia di Finanza ha sequestrato tutto. La Santanché non è stata l’unica coinvolta nelle azioni che riguardano il gruppo Visibilia. Questa azienda è stata accusata di aver falsificato il rapporto di bilancio e ora sarà proprio la Procura di Milano a dover esaminare i dati raccolti nel tempo. Le chat della Santanché non potranno essere divulgate o esaminate senza autorizzazione.
Matteo Renzi e i privilegi dei parlamentari: i limiti per la Giustizia
A quanto pare la Sentenza Renzi andrebbe ad abbattersi anche su tutte quelle indagini che ruotano attorno ad amici e parenti dei parlamentari. Basti pensare al figlio di Ignazio La Russa, ovvero Leonardo Apache, il quale è stato indagato per violenza sessuale. Il ragazzo si è servito di una sim di cui non risultava intestatario poiché, per l’appunto, di proprietà del padre.
In un primo momento si era pensato di confiscare solo il cellulare del ragazzo mentre ora si passerà in rassegna anche la sim e tutto il contenuto riportato sulla stessa. In questo caso l’autorizzazione è legittima, in quanto si parla di un reato molto grave. Per tutti gli altri casi sarà necessario rivolgersi al Senato per poter ottenere i vari dati richiesti. La situazione che riguarda Beppe Grillo non è molto diversa. Pare infatti che questo abbia utilizzato i suoi titoli per promuovere Vincenzo Onorato, il fondatore del gruppo Moby, quando questo era in evidente stato di bisogno.
Anche Dell’Utri è stato indagato a seguito di alcune stragi mafiose che si sono verificate nel 1993. A tal proposito, i messaggi non potranno essere utilizzati se non con il benestare della Camera. Se da un parte si vuole tutelare la privacy di un parlamentare, dall’altra si rischia di interferire con l’azione della Legge.
La Sentenza Renzi è valida e deve essere riconosciuta per chiunque appartenga al mondo della politica o sarebbe meglio eliminare privilegi e trattamenti speciali in grado di rallentare la Giustizia? A voi i commenti!