• Gio. Nov 21st, 2024

Lega Contesta Meloni: Sulle Nomine Non Può Decidere Da Sola!

La Lega contesta Meloni per le nomine nelle partecipate di Stato. La premier vuole decidere tutto da sola, non lascia neanche le briciole e il Carroccio si ribella.

 

Lega contesta Meloni: decide solo Giorgia

E’ scontro sulle nomine nelle big six partecipate dallo Stato.

La Lega contesta Meloni che sta giocando il ruolo di asso pigliatutto. Dietro la presunta ‘arroganza’ della premier ci sono in ballo partite politiche e strategiche che riguardano il Pnrr. Si sta decidendo sui manager che guideranno Poste, Enel, Eni, Leonardo, Ferrovie e Terna per realizzare il Pnrr.

L’Europa ha messo sul piatto 200 miliardi di euro per ‘salvare’ l’Italia. Novantotto miliardi sono a fondo perduto, il resto a debito con interessi.

In sostanza, Meloni e Fitto stanno riscrivendo il Piano puntando sui progetti delle partecipate (i grandi player) a svantaggio dei piccoli Comuni non in grado di realizzare progetti.

Scontro sulle nomine: un’altra fumata nera

La riunione del Consiglio dei Ministri è stata breve, di circa un’ora e mezza. Le tensioni tra Lega e Fratelli d’Italia hanno portato ad un nuovo rinvio. Un’altra fumata nera per cui non si parla ancora di nomine.

Dopo il commento di Matteo Salvini, che ha ritenuto bizzarro far scegliere un solo partito, c’è stato il nuovo stop anche se tutto sembra già deciso. In un modo o nell’altro, il 13 aprile bisognerà scegliere quei nomi.

Per smorzare le tensioni, il governo ha messo in campo due ‘armi’ di distrazione di massa: un disegno di legge contro gli ecovandali e la dichiarazione di Stato di emergenza nazionale per la gestione dei migranti.

Il pressing delle destre per cambiare radicalmente il Pnrr

Bisogna fare i conti con il Pnrr e fare in fretta. Il pressing mediatico delle destre intende cambiare radicalmente il Piano di resilienza. Ha scaricato le responsabilità sui precedenti governi di Conte e di Draghi. Il primo avrebbe richiesto troppo soldi a debito, il secondo avrebbe scelto progetti sbagliati.

In realtà, il governo Meloni ha perso nove mesi di tempo che sono tanti e si rischia di far saltare tutto. Tre mesi per la campagna elettorale e sei mesi di discussione su come cambiare un Pnrr che Fratelli d’Italia non ha mai votato.

La premier Giorgia Meloni intende convincere Bruxelles a cambiare del tutto il Pnrr di Draghi. Per riuscirci, deve avere i suoi uomini, pedine ai vertici delle grandi aziende pubbliche. Vuole Donnarumma all’Enel, Descalzi all’Eni, Cingolani a Leonardo. Ha in mente di confermare Del Fante in Poste e Giuseppina Di Foggia a Terna. Quattro su cinque di questi nominativi sono già ai vertici delle partecipate di Stato.

Matteo Salvini chiede una discontinuità e vuole decidere almeno due presidenze, come Forza Italia. A quanto pare, ai due partiti spetteranno le nomine di seconda fascia.

Nelle prossime ore, sapremo quali saranno le nomine ufficiali.

Che ne pensate di Giorgia Meloni? A voi i commenti!