Messe in ginocchio dal terremoto del 6 febbraio e da un nuovo potente sisma di ieri 20 febbraio, Turchia e Siria sono a rischio colera. Centinaia di migliaia di sfollati vivono in ambienti comuni ed in pessime condizioni igienico sanitarie.
Lo rivela l’Oxfam, confederazione internazionale di organizzazioni no profit impegnata in aiuti umanitari e progetti di sviluppo per la riduzione della povertà.
Turchia e Siria: Oxfam lancia l’allarme per rischio colera
Al forte terremoto del 6 febbraio si aggiungono le nuove scosse di magnitudo 6.4 e 5.8 che ieri 20 febbraio hanno fatto tremare Turchia e Siria. Il nuovo sisma ha devastato di nuovo i due Paesi, a distanza di poche ore dall’allarme lanciato da Oxfam per il rischio colera.
Nel momento in cui scriviamo, il nuovo sisma che ha colpito la provincia di Hatay, a sud est della Turchia al confine con la Siria, ha causato 3 morti e 213 feriti accertati. Continuano le operazioni di ricerca in 3 edifici crollati.
Riguardo al rischio colera, il caso peggiore segnalato da Oxfam è stato registrato ad Aleppo. In questa regione, 150 persone tra uomini, donne e bambini sono costrette a condividere lo stesso bagno.
Dal primo devastante terremoto di magnitudo 7.5 avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 febbraio, i fattori di rischio colera sono evidenti. Sovraffollamento, sistema idrico e servizi igienici pessimi, centri temporanei di fortuna.
Oxfam: ecco le condizioni in cui vivono gli sfollati
Il team di Oxfam testimonia le condizioni in cui vivono gli sfollati. Una donna racconta che non esiste privacy né dignità nei centri allestiti dopo il sisma. A volte, deve attendere anche un giorno intero prima di poter utilizzare i servizi igienici.
Stefania Morra, responsabile del programma di Oxfam Italia, ha precisato che in Siria i casi di colera erano in aumento già prima del terremoto. Ora il rischio cresce per oltre 150 persone che devono condividere lo stesso bagno.
In Turchia, la situazione non è migliore. Attualmente, il team di Oxfam sta collaborando con una rete di cooperative femminili ed organizzazioni. In tandem con le autorità pubbliche, si tenta di rifornire tendopoli e centri allestiti con beni di prima necessità, coperte, cibo, kit igienici, acqua pulita.
L’obiettivo è riattivare le infrastrutture idriche distrutte dal sisma e contribuire alla ripresa delle attività economiche per aiutare oltre 1,4 milioni di persone.
Che ne pensate del rischio colera in Turchia e Siria? A voi i commenti!